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BON NO KUNI – IL FESTIVAL DELLE LANTERNE

Recensione del manga di Sukeracko

In questo articolo parliamo di Bon no Kuni – Il Festival delle Lanterne, di Sukeracko, pubblicato in Italia nel 2020 da Bao Publishing, all’interno della collana Aiken, dedicata al fumetto giapponese.

∴ Bon no Kuni: di cosa parla

Con Bon no Kuni – Il Festival delle Lanterne – Sukeracko ci accompagna nella torrida estate giapponese, durante il festival dell’Obon. Ci racconta la storia di Aki, una ragazzina che ha la capacità di vedere gli spiriti dei morti che durante questo matsuri, secondo la tradizione giapponese, tornano sulla Terra a far visita ai propri cari. Ma quest’anno è diverso; Aki si accorge infatti di essere intrappolata in un loop temporale, per cui è costretta a rivivere sempre 15 agosto. Dato che il 16 agosto non arriva mai, gli spiriti dei defunti non possono far ritorno al loro regno… Aki conosce poi un uomo misterioso con capacità di comunicazioni con gli spiriti perfino superiori alle sue. Insieme si impegnano per cercare di ristabilire la normalità e i confini naturali fra i due mondi, quello umano e quello degli spiriti, che si fanno sempre più labili…

bon no kuni copertina

Bon no kuni; la nostra recensione

Bon no Kuni è un’avventura sovrannaturale raccontata in modo calmo e delicato e che ha il pregio di far vivere al lettore l’estate giapponese, non solo per l’ambientazione durante il periodo dell’Obon, la festività estiva più importante, ma anche per il tratteggio delle lunghe e afose giornate estive, punteggiate da dubbi sul futuro, kakigori (la granita giapponese) e la riscoperta dei propri sentimenti.

Il catalizzatore della storia è qualcosa di già visto; essere intrappolati a rivivere lo stesso giorno ancora e ancora è ormai quasi un classico, un archetipo narrativo, ma Sukeracko riesce ad andare oltre e sfruttarlo per narrare una vicenda lieve e profonda al tempo stesso.

bon no kuni dorso
bon no kuni retro

Il tema della perdita viene affrontato in modo sensibile e molto sfaccettato. La protagonista, infatti, entra in contatto con diverse situazioni legate alla morte, con diversi modi di affrontarla e persino diversi punti di vista; traspare infatti anche quello dei defunti stessi. Ma questo non pesa mai al lettore, avvolto in una trama semplice, ma affascinante che lo porta di capitolo in capitolo senza che quasi se ne accorga. Il tema della scomparsa non è mai cupo e, sebbene la situazione si faccia sempre più complessa, non è mai troppo spaventosa.

A questo proposito, si può scorgere in controluce il rapporto della cultura giapponese con la morte e con i defunti, i quali sono percepiti come in qualche modo ancora facenti parte delle nostre vite. Il confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti in Giappone non è netto come in Occidente, fra cimiteri aperti e altarini in tutte le case, e questo è ben evidenziato in Bon no Kuni.

Alla tematica della perdita si aggiunge anche il racconto della crescita e della maturazione di Aki, in un momento delicato come quello della scelta della scuola superiore e della necessità di ricucire amicizie. L’espediente dell’Obon e del loop temporale è quasi una scusa per portare al lettore una storia di consapevolezza dell’importanza degli affetti e di presa di coscienza di chi si è, da dove si viene e dove si va. Il tutto riuscendo a mantenere un tono spensierato e trasognato ma non per questo sciocco o superficiale.

bon no kuni tavole

Bon no kuni; lo stile

Questo spirito è ben riflesso da uno stile di disegno leggero, con un tratto scarno, da molti definito apparentemente immaturo, ma che per me si adatta bene a questa storia, contribuendo, anche grazie a soggetti piuttosto buffi, a mantenerne la delicatezza. Interessante anche come il disegno si faccia sempre più “pesante”, più scuro e misterioso, man mano che la situazione si fa più buia e difficoltosa.

Sukeracko riesce a raccontare una storia umana, facendo trasparire le tradizioni del Sol Levante senza appesantire il lettore. Bon no Kuni, lancia un messaggio positivo di amore per coloro che non ci sono più, con un pizzico di nostalgia misto a una vaga sensazione di aspettativa per il futuro e per la propria maturazione. Un volume unico, adatto a tutte le età; perfetto da leggere tutto d’un fiato!

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Rachele Gatti

Co-founder di Giappone Milano

Toscana trapiantata a Milano, amo il Giappone dal 2015 (sì, so la data!) per i suoi infiniti contrasti. Potrei parlare per ore di capelli colorati e, ovviamente, cultura giapponese!

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