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DA NON APRIRE MAI

Recensione del manga di Ken Niimura

Oggi vi proponiamo la nostra recensione di Da non aprire Mai, un fumetto di Ken Niimura pubblicato in Italia da Bao Publishing, nel 2022.

∴ Da non aprire mai: di cosa parla

Questo corposo volume di Ken Niimura, disegnatore di I Kill Giants, è composto da tre diversi racconti; Da non aprire mai, Vuoto e La promessa. Per queste storie l’autore trae ispirazione da alcune leggende dei Muakashi Banashi, storie popolari folkloristiche giapponesi antiche più di mille anni, reimmaginandole secondo il suo stile, ridisegnandole secondo il suo gusto ed evolvendole con non nuovi finali.

Ad accomunare le tre storie, oltre alle origini e allo stile, c’è anche un filo conduttore tematico. In tutte, infatti, c’è un qualcosa che non va svelato, qualcosa di vietato o intoccabile. Il tema del proibito e della resistenza alla tentazione è declinato in modi sempre diversi e con ottiche e morali che denotano un punto di vista sfaccettato e non monolitico sull’argomento.

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Il primo racconto, appunto, Da non aprire mai è la storia di Taro, un bambino che si recò alla corte sottomarina del re dragone e vi rimane incastrato, tornando poi a casa con uno scrigno, appunto, da non aprire mai. Il legame con una popolarissima leggenda giapponese di Urashima Taro è più che evidente, ma, sebbene l’incipit sia pressoché identico all’originale, Niimura poi prende una strada tutta sua, con svolte d’azione inedite e scene crude che arrivano quasi a sorpresa.

Vuoto racconta di due apprendisti monaci a cui viene assolutamente vietato di avvicinarsi o aprire un misterioso vaso che gli viene lasciato in custodia. Questa storia, ispirata a Ikyusan e il piccolo bonzo, è sicuramente la più scanzonata e leggera del volume, vi strapperà un sorriso e vi spingerà a voler sapere il finale grazie a un ottimo lavoro di scrittura.

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La promessa è la storia di un povero ragazzo che riceve durante una tempesta di neve la visita di una donna bellissima. Questa gli chiede alloggio per la notte e finisce per fermarsi lì più a lungo del previsto, per via del protrarsi della tempesta. In seguito, la ragazza, per ripagare il protagonista della sua ospitalità e aiutarlo con le spese, comincia a tessere splendidi tessuti. Unica condizione: il ragazzo non potrà mai entrare nella stanza dove lei lavora.

Non vado oltre col racconto, per non fare spoiler, ma se fin qui l’atmosfera è quella delle leggende della donna Gru o La ricompensa della gru, in seguito la storia diventa più carica di pathos, drammatica e raccontata col gusto quasi splatter e al tempo stesso toccante di Niimura.

Da non aprire mai; la recensione

Come avrete già intuito, questo volume mi è piaciuto molto.

La lettura è velocissima e semplice. Pochi e brevi i dialoghi. Il racconto è basato sull’immagine grezza e non dettagliata, ma immediata, espressiva ed evidente. Passa subito il messaggio che deve dare portando avanti la storia in modo rapido, intuitivo e coinvolgente.

I punti cruciali o i momenti di svolta delle storie sono sottolineati da accenti rossi, quasi a simboleggiare l’eterno, il magico, ma anche il sangue o l’irrimediabile o ancora il cambiamento, a seconda dei casi. Uno stratagemma grafico semplice ma di grandissimo impatto, che ancora una volta dimostra come Niimura sia in grado di raccontare in modo visivo.

Per me, poi, che sono appassionata di Giappone, è anche interessantissimo il lavoro di unione dei racconti popolari con finali nuovi e uno storytelling moderno, reinterpretato in chiave autoriale. Questo senza tralasciare la potenza di storie universali che lasciano sempre qualcosa al lettore e il tratteggio dei protagonisti così umani che suscitano immediata empatia. Questi, infatti, a metà fra il buffo e il drammatico, toccano con mano il prezzo della propria umanità, cadendo in tentazione e subendone poi le conseguenze.

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Da non aprire mai tocca la pancia del lettore e al tempo stesso ne stimola l’intelletto con un quesito morale o filosofico sul libero arbitrio, raccontato in modo coinvolgente. Per me, non si può chiedere di più!

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Rachele Gatti

Co-founder di Giappone Milano

Toscana trapiantata a Milano, amo il Giappone dal 2015 (sì, so la data!) per i suoi infiniti contrasti. Potrei parlare per ore di capelli colorati e, ovviamente, cultura giapponese!

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