DON’T LIKE THIS
Recensione del manga di Kaori Tsurutani
Oggi parliamo di Don’t like this, manga autoconclusivo di Kaori Tsurutani, edito in Italia nel 2019 da Bao Publishing, all’interno della collana Aiken dedicata al fumetto giapponese.
∴ Don’t like this: di cosa parla
Si tratta della storia di una ragazza, Megumi, game designer per i social network, completamente assorbita dal suo lavoro. Così tanto, da avere difficoltà nel relazionarsi con le persone e col mondo circostante, non uscendo mai dalla propria bolla. Si appassiona per caso alla pesca sportiva e questo la porta ad affrontare ogni giorno una piccola, grande sfida, a mettersi in gioco, ad uscire dalla propria comfort zone, a conoscere un po’ meglio se stessa e anche il mondo esterno.
Ognuno dei brevi capitoli, solitamente di 4/5 pagine ciascuno, che compongono la storia ha un titolo che inizia per “don’t like…” (tranne rarissime eccezioni) che sottolinea, con una certa ironia, quanta poco siamo ormai abituati ad accettare i piccoli inconvenienti della vita. Ciascuno si apre poi raccontando un aspetto della vita di Megumi, come la casa o il lavoro, e si conclude con un piccolo passo avanti nella pesca e, forse, anche nella vita della protagonista, di cui la pesca è un po’ catalizzatore, un po’ metafora.

∴ Don’t Like This; la nostra recensione
Pescare con esche vive, andare a pesca con una persona mai vista prima, fare amicizia con un anziano e accettarne i consigli… sembrano piccole cose, ma, in fondo, di cosa è fatta la vita? Questi piccoli passi, che poco a poco ci portano ad allontanarci dalla nostra zona sicura, sono ciò che ci consente di camminare sulle nostre gambe, maturare e apprezzare il mondo in cui viviamo. E ben lo sa l’autrice di Don’t like this, Kaori Tsurutani, che con un disegno tondeggiante e irregolare e una storia appena tratteggiata mostra al lettore in uno squarcio della vita di Megumi.
La trama è davvero lineare, quasi ineffabile e non ci sono grandi svolte o colpi di scena; questo porta ad avvicinarsi in modo quotidiano alla protagonista, della quale non viene raccontato nulla, se non il rapporto con la nuova passione della pesca e come questo influisca sulla sua vita.

Se all’inizio Megumi vi sembrerà un personaggio un po’ freddo, alla fine vi sembrerà di conoscerla molto bene… Questo nonostante certo distacco narrativo, una sorta di ermetismo che non permette di scorgere particolari riflessioni psicologiche o filosofiche dell’autrice.
Sebbene si entri molto in intimità con la protagonista, la vicenda non arriva a sconvolgere il cuore del lettore come forse ci si aspetterebbe. In storie così intimiste, solitamente le piccole sfide della protagonista diventano anche quelle del lettore, così come i suoi interrogativi e le sue conquiste, ma, almeno per la mia sensibilità, un velo di distacco fa sempre sì che il lettore di Don’t Like This si senta quasi un osservatore esterno, più che essere coinvolto a pieno nella vicenda di Megumi. D’altro canto, questo approccio fa anche sì che la lettura sia estremamente leggera e scorrevole e non provochi mai sussulti emotivi che potrebbero scuotere il lettore.

Don’t like this è uno slice of life veloce e semplice, che vi terrà impegnati un’oretta, avvolgendovi in una storia del tutto realistica, senza un finale ben definito, evanescente come è la vita stessa. E se alla fine non vi lascerà impressa una storia memorabile, di certo vi lascerà una sensazione di serenità e, soprattutto, una gran voglia di pescare ghiozzi! 😉
⇒ Se vuoi comprare il manga Don’t Like This puoi farlo utilizzando il link Amazon che trovi qui sotto; a te non cambia nulla e a noi arriverà una piccola percentuale che ci aiuterà a sostenere il progetto 🙂

Co-founder di Giappone Milano
Toscana trapiantata a Milano, amo il Giappone dal 2015 (sì, so la data!) per i suoi infiniti contrasti. Potrei parlare per ore di capelli colorati e, ovviamente, cultura giapponese!
Se ti interessano le mie scoperte giappomilanesi, le trovi sulla nostra pagina Instagram!