I DONI DI EDO E LE ANIME DI EDO
Recensione dei manga di Koichi Masahara
Oggi parliamo di due manga di racconti autoconclusivi di Koichi Masahara; I Doni di Edo e Le Anime di Edo, pubblicate in Italia nel 2019 da Bao Publishing, all’interno della collana dedicata al fumetto giapponese Aiken.
∴ I doni di Edo e Le anime di Edo: cosa li accomuna
Accomuniamo questi due manga, perché molto simili per stile, struttura e tipologia di racconto, tanto che uno potrebbe essere considerato il seguito diretto dell’altro. In realtà, si possono anche leggere singolarmente oppure in ordine inverso, dato che le storie narrate non hanno trame orizzontali.
Questi due volumi, infatti, raccolgono racconti slegati fra loro, ma che hanno alcuni tratti in comune. Innanzitutto, l’ambientazione nel periodo (1603-1868) e nella città di Edo, l’antica Tokyo, di cui l’autore, grazie anche a una ricerca storica approfondita, racconta l’umanità, la storia e l’anima. Si affrontano frammenti di vita, a metà fra quotidiano e fantastico, tipici di quell’epoca, che però possono avere risonanza anche ai giorni d’oggi, riflettendo questioni universali, come l’amore, il rispetto o la famiglia.

∴ I doni di Edo e Le anime di Edo; la nostra recensione
Lo sguardo sulle vicende dei protagonisti è intimo, ma mai invadente. L’azione manca quasi del tutto e lascia spazio alla poesia e alla riflessione. I finali delle storie spesso non prendono una posizione netta, ma lasciano qualcosa in sospeso; ciò nonostante, racchiudono sempre una piccola ma importante illuminazione.
Alcuni personaggi compaiono in diverse storie, ma a fare da collante sono anche le atmosfere agrodolci, la tenerezza e l’umanità della narrazione, oltre, naturalmente allo stile del disegno.


I paesaggi sono estremamente raffinati, mentre le persone sono a volte eleganti e in altri casi raffigurate in modo più caricaturale. Le tavole sono cariche di nero, e spesso le scene sono notturne, il che crea una sensazione di magica sospensione che esalta la poeticità delle piccole cose.
Oltre a queste atmosfere incantate, l’utilizzo del nero crea anche una certa uniformità fra i diversi racconti e rende molto bene l’idea di un periodo storico lontano ed effettivamente illuminato solamente da lampade a gas o a olio. Il tratto di Koichi Masahara, molto distintivo ed elegante, è però anche in grado di adattarsi e talvolta si deforma, seguendo il tono delle storie più singolari.
∴ Conclusioni
Questi due manga sono insomma degli ottimi spaccati storici, ma anche degli ottimi spaccati sull’essere umano, supportati da una profonda ricerca e riflessione, da una narrazione delicata e da un ritmo compassato, volto a enfatizzare la bellezza del momento. Un bel modo per guardare con occhi diversi un periodo storico che viene molto spesso citato e ricordato nelle opere nipponiche, ma che, soprattutto in Occidente, non è conosciuto, o quanto meno, non fino al profondo della sua anima.
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Co-founder di Giappone Milano
Toscana trapiantata a Milano, amo il Giappone dal 2015 (sì, so la data!) per i suoi infiniti contrasti. Potrei parlare per ore di capelli colorati e, ovviamente, cultura giapponese!
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