IL RAGAZZO E L’AIRONE
Recensione del nuovo film di Hayao Miyazaki, in uscita nelle sale in Italia a gennaio 2024
DISCLAIMER: All’interno della recensione de Il Ragazzo e l’Airone è presente una breve sinossi. Non ci sono spoiler, ma se volete rimanere completamente all’oscuro del film, rimandate la lettura a dopo la visione.
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Il 14 luglio è uscito in sala in Giappone il nuovo film di Hayao Miyazaki “Kimitachi ha do ikiru ka” (tradotto letteralmente Voi come vivrete?), che arriverà in Italia l’01 gennaio 2024 col titolo Il Ragazzo e l’Airone. Noi siamo andati a vederlo!
Uscito dopo dieci anni da Si Alza il Vento, con tutta probabilità quello che sarà l’ultimo film di Miyazaki (82 anni), ha incantato e diviso gli spettatori.
Fin da prima dell’uscita in sala in Giappone, “misterioso” è la stata la parola che più spesso ha affiancato il film, di cui si è sapeva pochissimo, grazie alla totale mancanza di una campagna promozionale (ad eccezione del poster di un airone che fa da locandina al film).
Kimitachi ha dou ikiruka prende il titolo dall’omonimo romanzo del 1937, da cui però si stacca completamente e si può considerare separato.
Il Ragazzo e l’Airone racconta la storia di Mahito (真人, persona onesta) che, dopo aver perso la mamma in uno dei bombardamenti di Tokyo della seconda guerra mondiale, si sposta in campagna col papà per vivere con la nuova moglie, la sorella della defunta moglie, Natsuko, che ora aspetta un bambino.
L’ultima pellicola di Miyazaki parte lenta, con toni realistici, rigidi, ma dal momento in cui il protagonista incontra un misterioso airone (青さぎ, aosagi) nel giardino della nuova casa, capiamo di essere pronti per un viaggio fantastico.
L’uccello guida il ragazzo verso una torre misteriosa, che è la porta d’accesso a un mondo incantato, pieno di simbolismi e popolato da creature spietate (altre più carine, kawaii) e personaggi stravaganti.
Natsuko, la nuova moglie del padre di Mahito, finisce per perdersi all’interno della torre, e il protagonista comincia il viaggio in cerca della nuova mamma.
Non è la prima volta che Miyazaki annuncia il suo ritiro, ma abbiamo diversi motivi per credere che questa sia in effetti la volta buona per chiudere un’epoca.
Il film, infatti, tratta in modo personale la tematica della memoria, dell’andare oltre un evento, un trauma, un ricordo, e abbracciare con speranza il futuro che viene, e che rimane comunque un punto di domanda.
Seppur non all’altezza di suoi più grandi capolavori (Porco Rosso, Principessa Mononoke e Si Alza il Vento), Il Ragazzo e l’Airone ci è piaciuto. Parti del film, che da molti è ritenuto complicato, sono effettivamente di difficile accesso, e alcune scene non si mescolano benissimo nel ritmo della narrazione.
Ma moltissimi degli elementi dell’immaginario che ci hanno fatto amare il cinema di Miyazaki sono presenti all’interno del film, animazioni straordinarie e paesaggi meravigliosi, cibarie deliziose e musiche impeccabili ci fanno rimanere soddisfatti e possiamo dire grazie all’autore che più ha influenzato il cinema di animazione degli ultimi decenni.
Vi invitiamo dunque ad andare a vedere il film quando uscirà nelle sale in Italia, e se non sarà il vostro preferito, ci sono tutti gli altri suoi film pronti da rivedere!
⇒ Questo articolo è stato scritto dalla scuola di lingua ARC di Tokyo: se vuoi saperne di più su com’è la vita da studente in Giappone, e se vuoi richiedere più informazioni, contatta lo staff di WeStudyAway che ti offrirà il miglior servizio per studiare in una scuola di lingua in Giappone.

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Articolo scritto per Giappone Milano dallo staff della scuola ARC Tokyo , che, fin dal 1986, promuove l’insegnamento della lingua giapponese, in Giappone.