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IMPRESSIONI D’ORIENTE – ARTE E COLLEZIONISMO TRA EUROPA E GIAPPONE

Un giro alla mostra principale dell’iniziativa Oriente MUDEC

Erano mesi oramai che vedevamo i cartelloni e continuavamo a rimandare, ma finalmente il momento è arrivato; in un martedì invernale, tagliati dal vento e dall’aria fresca, decidiamo finalmente di andare al MUDEC per visitare la mostra Impressioni d’Oriente – Arte e Collezionismo Tra Europa e Giappone.

Si tratta della mostra principale legata all’iniziativa Oriente MUDEC, che coinvolge tutti gli spazi del Museo delle Culture di Milano e che durerà fino al 02 febbraio 2020. Grazie a questo progetto il MUDEC ha deliziato (e delizierà) i “giappofili” milanesi con mostre, conferenze, laboratori ed eventi a tema; alcuni anche dedicati ai bambini, per non farsi mancare proprio nulla!

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Impressioni d’Oriente; la mostra

Arriviamo intorno alle 14:45 e capiamo di aver scelto l’orario migliore; le scolaresche non ci sono già più e allo stesso tempo non ci sono ancora gli avventori del tardo pomeriggio/post lavoro. Sebbene ci sia gente, non c’è ressa e si gira piacevolmente, senza sgomitare, ma senza nemmeno sentirsi completamente soli.

Entriamo in Impressioni d’Oriente ed è subito chiaro che non si tratta di un’esposizione puramente pittorica. Con questo progetto il Museo delle Culture vuole raccontare l’incontro tra due mondi, Oriente e Occidente. E lo fa tramite la storia degli scambi fra i due sotto vari punti di vista; artistico certamente, ma anche storico ed etnografico.

Non ci stupiamo quindi di trovare, fra le 170 opere esposte, non solo quadri, ma anche oggetti di vario genere, che spaziano da vasellame a libri, sculture, stampe e oggetti d’arredo.

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Il tema del Giapponismo… e non solo!

La mostra si focalizza principalmente sul Giapponismo, la mania per tutto ciò che arrivava dal Giappone, che raggiunse il suo apice in Europa nella seconda metà del 1800.

Il racconto parte dalla spiegazione di questo movimento e del momento storico in cui si colloca, esibendo i primi oggetti di importazione e ispirazione giapponese. Fra kimono e stampe si arriva anche ad esplorare l’influenza che questa corrente ha avuto in opere di diversi artisti. In particolare il giapponismo toccò gli artisti francesi del periodo – come Toulouse-Lautrec, Rodin o Monet, ma anche Van Gogh e artisti italiani, come De Nittis, Segantini e Chini.

Per noi, un po’ profani del mondo artistico, l’esempio più lampante è stata la sezione che esamina alcune vedute del Vesuvio di De Nittis, mostrando come la lezione giapponese fosse già stata incorporata dallo stesso. Il tema del Monte Fuji era uno dei più cari agli artisti giapponesi ed è semplice vedere un parallelismo.

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Ma se la diffusione del Giapponismo nel diciannovesimo secolo è cosa abbastanza nota, Impressioni D’Oriente tocca anche argomenti meno diffusi. Un esempio sono gli adattamenti, da parte di artisti giapponesi, di tendenze culturali europee. Interessante è anche l’approfondimento su come l’arte occidentale contribuì alla diffusione in Giappone di una nuova visione dell’arte e dell’artista, genio straordinario che avrebbe creato nuovi eroi. Una visione che ovviamente si scontrò e incontrò con la mentalità fortemente collettiva del Sol Levante.

L’esposizione delle opere è cadenzata da cartelloni che forniscono moltissime nozioni interessanti, soprattutto dal punto di vista storiografico. La mostra è punteggiata anche da suggestive videoinstallazioni, che aiutano a spezzare ritmo della visita, oltre a mostrare interessanti reperti d’epoca, come filmati, opere, ritratti e scorci.

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Quando il Giappone scoprì l’Italia

Acquistando il biglietto per Impressioni D’Oriente è possibile visitare anche la mostra Quando il Giappone Scoprì l’Italia – Storie d’Incontri. Qui ci si concentra sui primi rapporti fra Italia e Sol Levante, per restituire ai visitatori i principali snodi storici che determinarono l’incontro fra questi due mondi.

Si parte da Marco Polo, si passa per le missioni dei Gesuiti in Giappone, fino all’arrivo degli storici 4 ambasciatori in Italia. Quattro giovani giapponesi, che, convertitisi al Cristianesimo, vennero invitati da Alessandro Valignano nel nostro Paese. Si arriva così fino alla seconda ambasceria in Italia e alla riapertura del Giappone dopo l’uscita dal Sakoku (il periodo di isolamento del Giappone).

Tutto questo è raccontato tramite mappe, libri, ritratti storici e oggetti come elmi, complementi d’arredo e armature. Qui si trova anche una parte dedicata alle stoffe decorate e alle suggestive maschere  in uso nelle rappresentazioni Nō.

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Lo shop della mostra e l’esposizione di abiti di scena della Scala

A metà fra i due percorsi si incontra lo shop relativo alla mostra. Coloratissimo e pieno di oggettistica giapponese, è un momento defaticante fra le due esposizioni, molto cariche di informazioni e nozioni.

Qui si trovano ovviamente i cataloghi delle mostre, ma anche altri oggetti, che manderanno in visibilio i nippofili. Ci sono kimono, obi, vasellame, kokeshi, bacchette, quaderni e gioielli giapponesi. Oggetti bellissimi che fanno venire voglia di comprare tutto. Per fortuna riusciamo trattenerci dallo spendere tutto lo stipendio e ci avviamo verso l’uscita.

Nel corridoio esterno troviamo un’esposizione molto interessante, che lega in particolar modo Milano e il Giappone: si tratta dei costumi di scena della Scala per la Madama Butterfly. Splendidi e complessi, sono veramente uno spettacolo da vedere. Peccato non ce ne siano di più!

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Una marea di riflessioni

La visita è stata senza dubbio molto istruttiva, abbiamo imparato un sacco, ma soprattutto, ci ha spinto a ragionare e riflettere. Come tutti gli innamoramenti, il Giapponismo mescolava realtà, idealizzazioni e fantasticherie. Non necessariamente quindi giunse a cogliere la realtà profonda del Sol Levante, ma sicuramente fu un modo per l’Occidente per capire meglio se stesso.

Questo pensiero è particolarmente interessante proprio adesso, in questo momento storico, in cui l’influenza culturale del Giappone è tornata ad essere molto forte.   In moltissimi, infatti, scelgono di trascorrere proprio nella terra del Sol Levante le proprie vacanze o lune di miele, J-vlogger e J-blogger spopolano sui social, siti e portali dedicati a questo tema (come il nostro :-D) crescono e si allargano, i ristoranti di ispirazione nipponica aprono a ogni angolo delle città e la fruizione di manga e anime è oramai completamente sdoganata. Tutto ciò contribuisce a portare in Occidente un immaginario legato al Giappone non sempre realistico, ma sicuramente affascinante.

Ma, appunto; quanto di tutto questo ci aiuterà a capire in profondità il Sol Levante? Quanto è possibile per un occidentale, per quanto appassionato, arrivare a carpire una cultura così distante come quella dell’Estremo Oriente? E quali sono le cause di questa nuova ondata di amore per il Giappone? L’arte contemporanea ne è influenzata? Stiamo vivendo una sorta di nuovo Giapponismo?

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Insomma, Impressioni d’Oriente ci ha dato davvero una miriade di spunti di riflessione; forse perché in quanto amanti del Giappone sentiamo particolarmente l’argomento, o forse perché davvero, al giorno d’oggi la cultura giapponese è diffusa in modo capillare in Occidente, senza che quasi ce ne rendiamo conto.

L’iniziativa Oriente MUDEC dura fino al 02 febbraio 2020, con le due mostre principali e una serie di eventi a tema, come laboratori per bambini, corsi di lingua gratuiti e workshop di shodō. Tenete sempre d’occhio il calendario o la pagina dei prossimi eventi per non perdervene nemmeno uno!

Per maggiori info e biglietti visitate il sito del MUDEC

Se siete ancora curiosi, guardate anche il nostro Video della Mostra Impressioni D’Oriente 🙂

La galleria completa delle nostre foto invece è qui sotto!